venerdì 31 agosto 2012

'Il Cavaliere Oscuro il Ritorno' - la recensione




E alla fine è successo.
Anche la trilogia di Nolan è arrivata alla fine (e che fine!) riportando alla luce il personaggio di Batman dove nessuno avrebbe più potuto sperare in qualcosa di buono.
Questo terzo capitolo non è il Cavaliere Oscuro, ammettiamolo, anche perchè arrivare a quei livelli era impossibile ed entrare in sala con l'idea di vedere la nuova versione di quel film lascia inevitabilmente delusi. Si poteva solo scendere, tutto stava nel capire se ci sarebbe stato un tonfo o un normale rimettere a posto il piedistallo.
Otto anni sono passati dalla morte di Harvey Dent, otto anni di pace per la città di Gotham ma di lotta interiore per alcuni dei suoi abitanti: il commissario Gordon non riesce a convivere con la menzogna che gli è stata imposta di costruire, mentre Bruce Wayne si è trasformato in un eremita, segnato dal dolore per la morte di Rachel e per il fallimento di Batman.
È qui che si apre “Il Ritorno”, catapultando lo spettatore in un nuovo mondo, straniandolo da tutto ciò che conosce, costringendolo a rimanere stretto nel mondo amaro e decadente di Wayne e della sua apatia...almeno fino all'arrivo di Bane (già comunque presentato nel solito, splendido, prologo).
Strano a dirsi, ma c'è poco Batman in questo Batman. I riflettori sono puntati su Bruce, sulla sua interiorità, la sua persona scavata (ottimo Bale, cosa lo dico a fare ormai?) nel corpo e nell'anima, immersi tra la paura dell'ennesimo fallimento e nell'accettazione della morte.
E c'è Bane, figura sinistra e imponente, cattivo dal passato tragico e dai molti punti in comune con Wayne, un buonissimo Tom Hardy, purtroppo distrutto da un doppiaggio pessimo e fastidioso, troppo caricaturale, un vero peccato se si pensa che non lo vediamo mai in volto.
La sorpresa vera è il personaggio di Blake, uno Joseph Gordon-Levitt in stato di grazia, mai troppo eroico, ma sempre al centro dell'azione, in un modo o nell'altro, che sia una scena d'azione o uno scambio di battute nell'abitacolo della macchina, protagonista di un finale meraviglioso sia per messa scenica sia per intensità emotiva, degna conclusione, insieme al momento da brividi regalatoci dall'Alfred di Sir Michael Caine, di una grande trilogia.
Non tutte rose e fiori però, perchè questo film non è il suo predecessore, non è perfetto e, anche, non ha il joker.
Lo so, la non presenza di un personaggio non dovrebbe essere un difetto, purtroppo lo è e si sente la mancanza di una vera e propria nemesi, l'altra faccia della medaglia, nonostante Bane sia, come già detto, un cattivo niente male, doppiaggio a parte.
Soprattutto è un'occasione sprecata l'inserimento di Catwoman, personaggio che avrebbe potuto dare molto di più, svuotata un po' di fascino per arrivare a essere “solo” una ladra. Questo credo che sia il grande difetto, forse si doveva inserirla per forza perchè non c'è Batman senza Catwoman, forse Michelle Pfeiffer è inarrivabile, fatto sta che l'impressione è che non si sapesse bene cosa fare con Anne Hathaway (pure notevolmente affascinante) e con il suo personaggio. Del tutto sprecato e fa un po' rabbia.
Comunque rimane la meraviglia di una conclusione che fa fuochi e fiamme nel vero senso della parola, un profondo scavo nell'animo umano attraverso la nascita, l'ascesa e la caduta di Batman (anzi, di Bruce Wayne) fino alla rinascita.
Il Cavaliere oscuro risorge e continua a far tremare nemici e spettatori.


*Chiara*

1 commento:

  1. Ooooh! Finalmente una recensione che non "lecca il culo" a Nolan! Diaciamolo, bello ma non il capolavoro la gente sta sbandiarando a destra e a manca! E da Nolan personalmente pi aspettavo più Nolan appunto.

    Mat

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