lunedì 4 settembre 2017

Venezia 74 - giorno 6

Nel sesto giorno di festival arriva un film che mette d'accordo tutti. Presentato in Concorso Three Billboards Outside Ebbing, Missouri, di Martin McDonagh, con una straordinaria Frances McDormand protagonista.

Il film di McDonagh è una dark comedy che racconta le vicende di una madre molto determinata a cercare giustizia per l'omicidio della figlia. Dopo mesi dal tragico fatto, la polizia è ferma nelle indagini, così Mildred Hayes (F. McDormand) decide di agire e di scagliarsi contro la polizia. Così la donna noleggia tre grandi cartelloni pubblicitari sulla strada per entrare in città sui quali scrive messaggi polemici ed espliciti contro le forze dell'ordine, in particolare contro il capo della polizia William Willoughby (W.Harrelson). Willoughby non se la prende e prova a dialogare con la donna, ma quando i cartelli cominciano a prendere di mira il violento e immaturo vice capo Dixon (S.Rockwell), la situazione inizia a precipitare, tra aggressioni, schiaffi, calci e insulti molto coloriti.

Un vero colpo di fulmine quello tra la stampa e il film, al termine della proiezione si è levato l'applauso più lungo e sentito di tutto il festival. Serio, tosto, amaro e divertente, Three Billboards Outside Ebbing, Missouri ha convinto e conquistato. Un'ovazione ha accolto regista e cast all'ingresso della sala stampa, tanti applausi soprattutto per Frances McDormand, che ora tutti sperano di vedere con la Coppa Volpi tra le mani.

"Per questo personaggio mi sono ispirata a John Wayne", ha spiegato l'attrice, particolarmente euforica durante la conferenza stampa, "Come figura iconica resiste alla prova del tempo. Io adoro John Wayne, ho preso tanto da lui per costruire Mildred, il suo sguardo, come si muove, soprattutto dal personaggio di Ethan Edwards di 'Sentieri Selvaggi'. Lui era un uomo antipatico, razzista, violento, ma alla fine riuscivi a empatizzare con lui e pure a volergli bene". Frances McDormand ha poi elogiato il regista. "Martin è molto bravo a fare cinema malinconico e divertente, che fa piangere e ridere allo stesso tempo, quindi è un piacere lavorare con lui. Poi, la sceneggiatura è fantastica", ha detto l'attrice che però all'inizio ha avuto qualche dubbio sul film. "Ho ricevuto questo script a 58 anni", ha raccontato Frances McDormand, "e non credevo che una donna avrebbe avuto dei figli così tardi. Ho chiesto di trasformarla in una nonna, ma il regista non voleva perché era convinto che una nonna non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Poi mio marito mi ha detto di smetterla di discutere con Martin e accettare la parte". Ringraziamo Joel Coen per averla convinta.
Complimenti all'attrice anche da parte di Woody Harrelson. "È bellissimo lavorare con Frances, è come tirare boxe con uno veramente bravo. Ci siamo tanto divertiti. Il copione era eccellente, tutto era già ricco e definito in sceneggiatura", ha detto l'attore

Il film mostra un'America arrabbiata, chiusa, razzista e xenofoba (anche se stavolta il nome del presidente USA non è venuto fuori). "Questo non è un film sul razzismo e la violenza in una cittadina in America", ha spiegato Martin McDonagh, "quello che mi interessa  raccontare è una storia, non il luogo. Razzismo e xenofobia capitano in tutto il mondo, non soltanto negli Stati Uniti. [...] Nel film non ci sono personaggi cattivi, buoni, ognuno alla sua storia, un percorso. Per esempio, tra Willoughby e Mildred c’è un rapporto molto particolare, sono arrabbiati e si confrontano, tutti i due hanno ragione, eppure si vede che si rispettano e si vogliono bene. Mi piace questo tipo di rapporto". La storia del film è ispirata a un fatto realmente accaduto, come ha spiegato il regista: "Mentre ero su un bus in viaggio per l’America ho visto dei cartelloni simili, era qualcosa di doloroso e tragico, e mi sono chiesto chi avrebbe potuto mettere dei cartelli così dolorosi e in cui era evidente tutta la rabbia".
Nel ruolo dell'immaturo e aggressivo vice capo c'è l'attore Sam Rockwell, che sul suo personaggio ha dichiarato: "per costruire il mio personaggio ho visto tanti episodi di Cops. E' un bellissimo show! Poi, mi sono reso conto che i poliziotti non sono uno stereotipo, non si può generalizzare, così ho cercato di catturare tutte le sfumature".

Infine, qualcuno ha azzardato un parallelo tra la Mildred di Three Billboards Outside Ebbing, Missouri e la Margo di Fargo, ruolo con cui Frances McDormand ha vinto l'Oscar nel 1997. E la risposta dell'attrice è stata: "Penso che mi porterò Margo addosso fino alla tomba. Lei mi seguirà per tutta la vita, sarà pure nel mio epitaffio!".

Il film sarà nelle sale USA a ottobre, in Italia arriverà a gennaio.
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Presentato in Concorso il secondo film italiano. Si tratta di Una Famiglia, di Sebastiano Riso, con Micaela Ramazzotti e Patrick Bruel.

Una storia difficile che racconta di una coppia coinvolta nel traffico di neonati. Lei, Maria (M.Ramazzotti), è una donna plagiata dal marito, Vincenzo, più grande di lei e completamente dominante nei suoi confronti. Lei concepisce e fa nascere bambini che poi verranno venduti a coppie sterili (o in un caso specifico a una coppia di omosessuali) per cinquantamila euro. Maria fin da subito è contraria a questo traffico ma per amore verso il marito lo asseconda e ne diventa complice, fino al momento in cui decide di voler smettere.

Il film è stato accolto in modo molto freddo dalla stampa, pochi applausi, qualche buu, ma il regista se lo aspettava, vista il tema delicato."Ogni film cambia a seconda di chi lo guarda", ha dichiarato Sebastiano Riso, "Una Famiglia non vuole essere rassicurante, e non è un film sull'utero in affitto, parla del rapporto di coppia tra un uomo e una donna, che vacilla quando viene a mancare la fiducia tra loro e quando Maria comincia a disobbedire. E' una storia che si interroga sul concetto di famiglia oggi nel nostro Paese, e quanto sia difficile adottare un bambino in Italia, sia che tu sia single, omosessuale o semplicemente un marito e una moglie che non hanno ottenuto i requisiti".

Protagonista del film una brava Micaela Ramazzotti che descrive così il suo personaggio: "Maria non ha nessuno al mondo oltre a quell'uomo, che per lei è un marito, un fratello, un amico, un amante, un padrone, un carceriere. È schiava di un progetto che non ha deciso ma ha accettato. È talmente innocente, buona e succube da diventare complice di un criminale. Quando manderà all'aria questo susseguirsi di sesso, gravidanze, espulsione del bambino, vendita, solo allora sarà libera". Tra l'attrice e il regista c'è da tempo un rapporto di grande stima. "Sebastiano ha un entusiasmo verso di me che mi commuove", ha raccontato l'attrice, "Gli attori hanno sempre un'autostima molto bassa e invece alla fine della giornata di riprese io ero alle stelle per come mi faceva sentire: bella e bravissima. Arrivavo a casa la sera e pensavo di essere 'come Meryl Streep', poi mi davo dell'idiota da sola".

Il film sarà nelle sale dal 28 settembre.

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